INDIA IN TRENO
Il sistema ferroviario indiano è uno dei più grandi e capillari del mondo e se si pensa alle dimensioni del paese e alle sue condizioni di arretratezza, a ben donde gli indiani ne vanno fieri!
La prima linea ferroviaria venne inaugurata in India nel 1853 e collegava Bombay a Thane; nel ventennio successivo grazie all’ingegnere britannico Robert Maitland Brereton la rete ferroviaria vantava oltre 6,500 chilometri di ferrovia e univa grandi città della Compagnia delle Indie come Bombay e Calcutta nella Great Indian Peninsula Railway.
Dal1951, con l’indipendenza dell’India, la rete ferroviaria passò in mano al governo e attualmente la società statale INDIAN RAIL conta ben 65.000 chilometri di rete ferroviaria, 9,213 locomotive diesel (alcune ancora a carbone), 7.500 stazioni, nonché dare lavoro a circa 1,4 milioni di dipendenti tra macchinisti, addetti ai treni, al personale di servizio delle stazioni e delle comunicazioni, controllori. Contribuendo in buona parte all’economia indiana.
A parte tutte queste date e numeri, va da sé che in un paese grande come l’India, il trasporto su rotaia è l’unico che permette a tutti (ci sono soluzioni per tutte le tasche e ”caste”) di spostarsi, migrare, visitare parenti e trasferirsi.
In questo mio terzo viaggio in India on-the-road , mi sono tolta lo “sfizio” di provare il sistema ferroviario in tutte le sue sistemazioni: dalle cuccette di prima classe ai sedili di III senza prenotazioni. Ovunque ho trovato gli stessi sorrisi e grande ospitalità. Chi mi offriva un dolcetto e chi chiedeva da dove venissi. In molti mi hanno fatto delle foto con cellulari di fattura cinese, forse per scriverci un blog o forse per postare su Facebook questa strana turista sahib-proletari dal grande zaino e pesanti macchine fotografiche.
LA STAZIONE
Nelle stazioni dopo tutto si trova refrigerio: sotto le pensiline ombreggiate, grandi pale in stile “coloniale” offrono sollievo e riparo dall’afa cittadina. Non mancano rubinetti per acqua “potabile” e TOILETS di dubbia igiene – ma accertato olezzo, venditori di frutta e snack, riviste e libri. Giacché i treni a lunga percorrenza non transitano tutti i giorni della settimana, spesso per prendere più coincidenze occorre soggiornare in una città di collegamento anche 2 o 3 giorni. Non è raro dunque vedere intere famiglie o gruppi bivaccare qui per più giorni anziché sprecare preziose rupie in costose pensioni nell’attesa di una coincidenza.
L’immagine è di un grande accampamento dove i più aspettano, dormono e sopravvivono, come solo gli indiani sembrano saper fare: incuranti della scomodità, sporcizia, e confort al minimo della sopravvivenza.
Ogni tanto entra anche una vacca: è sacra e dunque nessuno la caccia. Rumina tra l’immondizia e le bucce di mango poi se ne va, sparisce come è arrivata, come un’apparizione ultraterrena.
ACQUISTO DEI BIGLIETTI
In maniera direttamente proporzionale occorre prenotare per tempo i biglietti dalle classi più alte e a lunga percorrenza fino ai sedili di III classe senza aria condizionata. Programmare gli spostamenti è dunque necessario se si hanno i giorni contati per un viaggio in India e si vuole viaggiare in treno.
Per una cuccetta notturna in 1° o 2° classe in una tratta “popolare” come Agra-Varanasi occorrerà prenotare anche con 15-20 giorni di anticipo. La prenotazione si può effettuare presso le agenzie di viaggi (pagando un extra di circa +15/20%) o presso le stazioni compilando un complicato modulo cartaceo che indichi il nome e il codice del treno, nome e numero di passaporto/documento per le cuccette. Bisogna fare 2 file: allo sportello INFORMAZIONI per acquisire i dati necessari prima (in bocca al lupo!) e allo sportello pagamenti SOLO con il moduli compilato. Armarsi di santa pazienza in entrambe: gli impiegati statali in India non brillano in gentilezza né di elasticita’. Diciamo che non brillano affatto. Qui l’amministrazione pubblica e i servizi lavorano ancora col sistema DOS e tutte le pratiche sono cartacee, ne conseguono lungaggini infinite.
La possibilità di acquistare i biglietti on-line (per i residenti) ha di fatto accelerato il processo di prenotazione dei biglietti da parte degli indiani-digitalizzati ma ha creato di contro lunghe liste di attesa (WL: Waiting List) che indicano al momento dell’acquisto, quando il posto non è disponibile, a che graduatoria si accede nella lista. Ad esempio, se a una settimana dalla data di partenza la graduatoria segna un numero al di sotto di 5-8 ci sono ottime probabilità di rinuncia da parte dei prenotati non confermati on-line e dunque di viaggiare nella data scelta. Il problema è che bisogna procedere al pagamento del biglietto anche se non si ha la sicurezza di avere il posto prescelto e essere disposti a cambiare (scendere) di categoria se alla partenza non si è entrati in graduatoria. Anche qui c’è bisogno di fiducia e fede, al pari degli Hindù.
I TRENI
I treni sono puntuali, in una maniera che a noi italiani può solo che fare imbarazzo se non generare sconcerto. Insegne luminose indicano il punto ESATTO dove la carrozza della rispettiva CLASSE si fermerà e al megafono i nomi dei treni in arrivo vengono annunciati in un inglese chiaro e inequivocabile. Nomi altisonanti come il “Deccan Queen” o i turistici “Palace on Wheels” (effettua il tour del Rajastan) o il “Golden Chariot” (unisce mete di mare tra Karnataka e Goa).
La velocità dei treni varia dai 150 ai 55 kh/h e il costo del biglietto di conseguenza.
Le carrozze sono divise in sedili lunghi e imbottiti ad uso cuccetta (TIER) di 1a, 2a e 3a classe con aria condizionata rispettivamente due per parete (1A e 2A) e a tre cuccette per parete. In tutti e tre i casi troverete sulla vostra cuccetta avvolti una busta di cartone, ben lavate e inamidate: lenzuola, cuscino con federa e piccolo asciugamano. Addirittura prese elettriche FUNZIONANTI alle pareti.
In queste viaggiano indiani del ceto medio e i biglietti costano, in proporzione agli stipendi medi indiani, come quelli dei nostri treni italiani : circa 15-35€ in cuccetta, per viaggi dalle 12-16 ore contro le quasi 100€ di una cuccetta Roma-Venezia.
A seguire le carrozze dove l’aria condizionata è sostituita da grandi ventilatori e i finestrini restano sempre aperti a far entrare tutta l’aria necessaria (a volte anche la pioggia!). Anche questi di II e III classe con prenotazione.
In fine i sedili senza prenotazione – i più economici: di ferro e legno con maniglie saldate e dove in molti dormono arrampicati sugli spazi dei porta bagagli. Ma sempre dotati di enormi ventilatori direzionati su tutti gli spazi. Sulle carrozze – tranne quelle con aria condizionata – c’è un continuo via vai di venditori di cibarie, chai, giocattoli cinesi, bibite, frutta e mendicanti.
Per finire, sui treni indiani e nelle sue stazioni si possono incontrare hindu, sikh o musulmani, portantini e storpi, suore di Calcutta e professori universitari con gli occhiali spessi, uomini d’affari, anziane vedove dalle orecchie grandi, incantatori di serpenti, famiglie che emigrano o genitori di spose-bambine. Tutta una società che aspetta. Aspetta di svilupparsi? Aspetta di crescere? Aspetta di cambiare il mondo…o semplicemente aspetta il prossimo treno.
Che bello vedere che anche nei paesi che sono cosi lontani e meno ricchi si viagia meglio!
Roma nord ? meglio non parlare !!!!!!!!il mese di luglio -agosto e una cosa che penso non si e mai visto senza aria condizionata con fuori 40 ° ,forse stiamo noi nel terzo mondo !!!!!!!!!!!!!!!!gente sempre nervosa ,gentilezza zero ,alegria zero !
che bel viaggio! e complimenti per le bellissime fotografie 🙂
Adoro la prima foto e complimenti anche per le info!