COMUNISTI IN CIABATTE
Singolare “esperimento” sociologico quello di Fidel Castro e la sua Rivoluzione. Oggi a più di 50 anni dallo sbarco del Granma sulle coste cubane e la vittoria dei rivoluzionari sulle truppe filo-statunitensi di Fulgencio Batista, cosa resta di Cuba?
Un paese dove tutte le risorse – e sono ben poche per via dell’embargo e di una economia ristagnante – sono razionalizzate. Cibo, welfare e istruzione per tutti, altissima alfabetizzazione fino all’università da una parte, contro burocrazia, controllo e privazione della libertà di espressione dall’altra.
Un popolo in calzoncini e ciabatte che ha smesso da tempo di sventolare il Capitale di Marx e guarda i film in VHS (i più fortunati). “Lavorare meno lavorare tutti” si traduce in turni di lavoro di 4-5 ore alternati nella settimana, dove una mansione viene ricoperta da 4 persone per pochi CUC al mese. Il resto del tempo si passa cercando di arrabattassi per guadagnare qualche CUC extra per comprare del cibo in più rispetto a quello “razionato”. Si aspettano tempi migliori in sedia a dondolo sotto portici fatiscenti fumando sigari (e non i Cohiba o i Romeo y Julieta tanto amati da Winston Churchill). Qualcuno va in spiaggia ma non nei resort di lusso dei Cayos (il cui accesso è proibito ai cubani) a bere succo di piña o a ballare salsa in un garage: perché l’ingresso alle sale da ballo se lo possono permettere solo i cubani facoltosi.
La Cuba dei “nati negli anni 70 e 80, segnati dalle scuole al campo, dalle bambole russe, dalle uscite illegali e dalla frustrazione. La Generazione Y dei bambini che per protesta vennero battezzati con nomi contenteni una Y (Yankee): Yanisleidi, Yoandri, Yusimí, Yuniesky” (cit. Yoàni Sanchez – Blogger cubana). Giovani donne e uomini che accusano gli anziani di avergli imposto una rivoluzione anacronistica e nuove generazioni che sognano le Nike e MacDonald e una vita al passo con i tempi della vicina Miami.
Ma quali tempi mi chiedo? Passare alla dittatura del “consumismo” e spiati dal Grande Fratello di Internet e dei Social Network? Rincorrere soldi e fortuna per morire di stress? Soccombere alla legge della giungla/del-libero-mercato?
Come al solito torno a casa con la solita domanda: siamo proprio sicuri di stare meglio noi?
FOTO: CUBANOS
INFO VIAGGIO: CUBA EXPRESS