THE COMMPASS IN THE EYE
Ho visto le foto di Henri Cartier-Besson fatte in India tra gli anni ’40 e ’60. Ho visto le sue foto e ho pensato: “Ecco, non ho capito niente dell’India!”. Lo sapevo già che le mie foto facevano cagare, senza volermi paragonare con un Grande come H. C-B. Le avevo fatte con una compatta, prima dei passare alla reflex, ma non è questo il punto…Avrebbero fatto cagare a prescindere dalla qualità.
Il punto è che in India rimani colpito dall’ovvio. Da quello che hai letto dell’India, da quello che un po’ ti aspetti. Dall’ovvio caotico. Un caos di ovvio: miseria sporco schifo mosche bambini scalzi donne in sari uomini con i baffi bocche rosse di betel vecchie sdentate vacche magre bufale grasse topi templi pieni di topi venditori ambulanti braccialetti bramini tuc-tuc cerimonie fiori arancioni chioschi di mango chioschi di lassi chioschi di chai chioschi di porcherie vecchi con occhiali spessi turbanti porpore arancioni statue di Shiva palazzi decadenti edifici coloniali lingam tempietti tabernacoli lumini incensi. Elefanti. Tutte queste cose, senza andarle a cercare ti si parano davanti ogni istante, in India. Tutto è vibrante e colorato. Tutto è vivo. Scene e situazioni che gridano: “Foto! Foto!”.
In India le foto ti saltano addosso.
Ma Henri vede il mondo in bianco e nero. Lui i colori non li vede, non li considera. Lui ha il compasso negli occhi. Non si lascia distrarre dai colori, dall’ovvio. Lui trova la geometria nel caos. Non si lascia commuovere da volti esotici e pigli espressivi. Lui guarda i volumi, le ombre.
Io nel caos mi perdo. Mi lascio strascinare dai sensi. Sono come una bulimica in pasticceria, una scarpa nella centrifuga.
Ho fatto una prova dopo aver visto le foto di Henri in India e ho tolto saturazione alle mie foto a colori. Quelle foto adesso non dicono più niente.
Se ripenso ai miei due viaggi in India, mi rendo conto che non ho capito niente…dell’India. Ci devo tornare. Ci devo tornare e guardarla in bianco e nero! Col distacco dei sensi.
Al riparo dall’ovvio.
concordo con il tuo punto di vista a riguardo del bianco e nero.
sì, al riparo dall’ovvio.
anche io ho visto la mostra a Roma. fantastica nonostante io sia molto profana… 🙂